Dopo anni dal lancio da parte degli MNO, nelle ultime settimane è esplosa la febbre del 5G anche per gli operatori virtuali. Leggendo questa analisi di CorCom mi è sorto un dubbio: si tratta di un bene o di un’opportunità mancata?
I più giovani potrebbero non ricordarlo ma, una decina di anni fa circa, vivevamo la transizione dal 3G al 4G e, soprattutto per i primi tempi, avere accesso alla nuova tecnologia aveva dei costi non indifferenti. Alcuni operatori virtuali hanno ottenuto l’accesso alla rete di quarta generazione addirittura poco prima della pandemia.
La differenza tra la transizione odierna e quella passata è che, mentre con l’adozione del 4G molti virtuali, e infine anche i proprietari delle reti in seguito al periodo “premium” iniziale, hanno incluso il servizio gratuitamente in tutte le loro offerte (tant’è che la rete di terza generazione è stata poco dopo dismessa da TIM e Vodafone ed è in via di spegnimento da WindTre) oggi stiamo cercando di rimediare all’impoverimento del mercato delle telecomunicazioni facendo pagare un extra (con rare eccezioni) e il 4G è destinato a rimanere attivo ancora per molto.
A mio parere, questo rimedio non è abbastanza.
Perché far pagare il 5G solamente un euro al mese in più o includerlo in offerte che propongono centinaia di GB a meno di 10 euro mensili? Vale davvero la pena abilitarlo a molti, o in alcuni casi tutti, senza farlo fruttare per risanare i conti del settore? Stiamo commettendo lo stesso errore compiuto sulla rete fissa, dove ci siamo inventati la fibra da 2,5 Gbps e a distanza di due anni la troviamo in commercio a un costo minore di quanto venisse quella da 1 Gbps all’epoca. I veterani ricorderanno anche quando 8 anni fa non era scontato che una FTTH fosse da 1 Gbps, ma erano in circolazione profili da 100, 300 e 500 Mbps, mentre il Gigabit, se c'era, era un'opzione extra con costo assai superiore. Per non parlare della XGS-PON da 10 Gbps che è nata dopo il COVID come un prodotto premium da 50 euro al mese ma che oggi si può trovare quasi a metà prezzo.
Purtroppo è ormai ciclico: ci inventiamo prodotti premium per capitalizzare sui bisogni dei clienti più esigenti finché non arriva un guastafeste a rompere gli equilibri democratizzando un servizio di cui la gente comune non ha ancora bisogno.
Dobbiamo davvero sperare in un nuovo cartello per ripristinare un mercato sostenibile dove la guerra dei prezzi sia solo un cattivo ricordo?
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