Buongiorno a tutti!
Le notizie principali del numero di oggi sono l’approvazione degli abominevoli emendamenti alle norme che regolano sia Piracy Shield che l’intero sistema antipirateria e la tanto attesa nuova offerta del Ministero dell’Economia con Retelit per l’acquisto di Sparkle.
Ovviamente c’è molto altro, che trovate come sempre diviso nelle varie sezioni tematiche.
Buona lettura!
|
|
L’assurda riforma di Piracy Shield
|
|
La riforma di Piracy Shield è stata approvata dal Parlamento ed è quindi legge, a tutti gli effetti. I due emendamenti che sembravano essere stati ritirati sono stati in realtà modificati, sotto certi aspetti in modo peggiorativo, e sono stati infilati e blindati nel decreto Omnibus, approvato con fiducia dalle due camere.
Riassumiamo brevemente cosa cambia nelle nuove assurde regole, anche se per un’analisi approfondita consiglio l’ottimo post pubblicato da Stefano Quintarelli nel suo blog:
-
Piracy Shield non sarà più limitato agli indirizzi usati esclusivamente per la pirateria, ma potrà bloccare anche quelli per i quali l’uso illegale è prevalente e non esclusivo
-
Viene meno il limite di domini e IP bloccabili, creando un grave problema per i piccoli operatori che potrebbero non avere le risorse per gestire una quantità eccessiva di istruzioni
-
Tutti i fornitori di VPN e DNS pubblici, ovunque nel mondo, dovranno adempiere ai blocchi (ceeeeerto)
-
Tutti gli operatori, i provider di VPN, DNS, CDN, proxy, motori di ricerca, etc, dovranno segnalare all’autorità giudiziaria la fruizione da parte degli utenti o l’erogazione di contenuti illeciti correnti, passate o addirittura tentate, appena ne vengono a conoscenza
-
Tutte le aziende di telecomunicazioni extracomunitarie di cui sopra, i cui servizi siano disponibili in Italia, dovranno nominare un rappresentante italiano per interfacciarsi con AGCOM. La pena per il mancato adempimento di questo punto e del precedente è pari a un anno di reclusione, per via dell’introduzione della responsabilità penale
L’unica nota positiva sembra essere la possibilità di sblocco dopo che siano passati almeno sei mesi, mentre la contestazione dei blocchi si baserà sulle prove del ricorrente e non su una revisione attuata dall’autorità. Per qualche motivo, tuttavia, vengono tirati in ballo anche i registri dei domini, che non hanno competenze in merito.
Il tema è stato affrontato e commentato, riscontrando gravi criticità, da vari soggetti di rilievo nel settore, come AIIP, Anitec-Assinform e Asstel (Confindustria), le quali contestano principalmente la responsabilità penale degli operatori nel caso omettano di segnalare le attività illegali che sarebbero tenuti a rilevare attivamente sulle proprie reti. Anche un rappresentante di Google Italia ha commentato le norme, sottolineando che se la sua azienda dovesse adempiere dovrebbe inviare alle autorità quasi 10 miliardi di URL, una richiesta folle e ingestibile. E basterebbe una sola omissione per essere condannati.
Serve davvero sottolineare quanto queste regole sconsiderate superino di gran lunga il buonsenso e, soprattutto, non tengano conto minimamente del DNA di internet e del suo funzionamento? Per non parlare del conflitto di interessi di alcuni parlamentari e dello strapotere di alcune lobby come quella del calcio, che portano all’approvazione di norme assurde.
La disperazione di DAZN e della Lega Serie A per il calo di abbonati hanno portato a una deriva autoritaria incontrollata, che danneggerà gli operatori e avrà un effetto trascurabile sul fenomeno della pirateria.
Per quanto ancora siamo disposti a subire?
|
|
La nuova offerta per Sparkle
|
|
Mercoledì il Ministero dell’Economia e delle Finanze, insieme a Retelit - controllata dal fondo Asterion - hanno presentato una nuova offerta non vincolante per l’acquisto di Sparkle, attualmente in mano a TIM.
L’azienda di cavi sottomarini e collegamenti terrestri ad alta capacità, prevalentemente internazionali, è stata valutata stavolta 700 milioni di euro. Il MEF aveva già tentato di acquistare Sparkle e l’offerta, rifiutata pochi mesi fa, era di 750 milioni di euro, ma includeva un earn out da 125 milioni. Qualora le condizioni a cui la somma aggiuntiva non fossero state soddisfatte, TIM avrebbe ricevuto solo 625 milioni di euro. L’offerta attuale, pertanto, è migliorativa se si tiene conto del rischio.
Venerdì TIM ha dato mandato all’AD Labriola di contrattare con le parti per ottenere una nuova offerta, stavolta vincolante, entro il 30 novembre. Probabilmente il valore verrà leggermente aumentato e TIM accetterà. La maggioranza delle quote sarà in mano al Ministero e l’operazione si dovrebbe concludere nel primo semestre 2025.
L’interesse strategico dello Stato verso Sparkle, oltre ad aiutare economicamente TIM monetizzando un asset poco remunerativo, è legato anche alla proprietà di un sistema attraverso il quale transitano, insieme al normale traffico internet del tier-1, anche comunicazioni riservate in canali dedicati alle autorità.
|
|
La banda ultralarga in Italia 🌍
|
|
■ Open Fiber ha avviato la commercializzazione dei servizi in nuovi comuni che rientrano nel Piano BUL per la rete pubblica nelle aree bianche: 48 comuni FTTH e 58 comuni FWA. Alcuni di questi non sono rilegati alla rete nazionale, ma lo saranno in futuro. Sul forum sono disponibili maggiori dettagli e l'elenco dei comuni. (Forum FibraClick)
■ Open Fiber ha completato il rilegamento alla rete nazionale di 44 comuni FTTH e 25 comuni FWA appartenenti al Piano BUL destinato alle aree bianche. In questi comuni erano già commercializzati i servizi passivi, poiché erano attestati su PCN non rilegati, mentre ora sono disponibili anche i servizi attivi di cui si serve la maggioranza degli operatori nelle aree a fallimento di mercato. (Forum FibraClick)
■ Open Fiber ha aggiornato al 30 settembre 2024 la pagina sullo stato di avanzamento dei lavori nelle aree bianche relativi al Piano BUL. I comuni completati sono ora 5.174 su 6.051, pari a circa l’85,5% del piano. Le unità immobiliari in vendibilità sono passate da 4,98 a 5,07 milioni, ovvero l’80,7% dell’obiettivo di 6,27 milioni: sono 160.000 in più di quelle nei comuni completati, perché includono anche i comuni con copertura parziale o in attesa di completamento. (Open Fiber)
|
|
■ FiberCop ha raggiunto 12 nuovi comuni con almeno un nodo di rete per la sua infrastruttura FTTH. Nel conteggio possono essere inclusi sia comuni a investimento privato che quelli coperti dal Piano Italia a 1 Giga. (Forum FibraClick)
|
|
■ I rappresentanti del MEF continuano ad affermare l’obiettivo irrealizzabile di una rete unica. Tralasciando l’ovvio “problema” dell’esistenza delle altre centinaia di reti indipendenti escluse dal perimetro della fusione - sia piccole che enormi, come quella di Fastweb - potrebbe mettersi di traverso anche KKR, che dovrebbe sborsare altri 3 miliardi per riconoscere a TIM gli earn out previsti dall’accordo. Dall’articolo emerge anche una curiosità particolare: nel 2017 lo Stato propose a TIM di scambiare Sparkle per Open Fiber, quando ancora l’azienda valeva 700 milioni di euro e copriva soltanto le tre città Metroweb e alcuni quartieri di una ventina di comuni. Chissà dove ci troveremmo oggi se avessero accettato. (Il Sole 24 Ore+, Key4Biz)
■ Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha aperto le candidature per sperimentare l'Edge Cloud Computing nelle reti telco. Le università e i centri di ricerca potranno costituire dei consorzi con partner tecnologici, operatori telco, OTT e system integrator. Sono a disposizione 4 milioni di euro per un massimo di quattro progetti. (DTD)
■ Il nuovo codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling del Garante della privacy è ora attivo, in quanto sono trascorsi i sei mesi concessi agli operatori aderenti per adeguarsi alle prescrizioni. Purtroppo l’adesione è volontaria e alcune agenzie esterne sfuggono al controllo degli operatori mandatari. (DDay)
■ WindTre comunicherà a breve ai propri clienti coinvolti dallo switch-off delle primarie in rame la possibilità di effettuare un upgrade della propria connessione a tecnologie più moderne come FTTC o FTTH. I clienti impattati dalla dismissione delle centrali riceveranno un avviso in bolletta, via PEC, raccomandata o SMS. Sarà prevista, probabilmente, anche la possibilità di cessare o migrare la linea senza costi. (MondoMobileWeb)
■ In Emilia-Romagna Lepida, la società regionale del digitale e delle telecomunicazioni, ha quasi completato la migrazione dei propri ponti radio dai 26 GHz ai 32 GHz per liberare lo spettro destinato al 5G alla scadenza imminente delle attuali licenze. Anche gli altri operatori dovranno seguire la stessa procedura e potranno acquistare gli apparati necessari a un prezzo calmierato, pari a quello pagato da Lepida. La migrazione sulla nuova frequenza ha come effetto collaterale positivo il quadruplicamento della capacità dei link. (CorCom)
■ La scorsa settimana Aruba ha inaugurato ufficialmente il suo datacenter di Roma, anche noto come IT4. La struttura può soddisfare anche le richieste più esigenti, sia in termini di spazio che di banda o consumo energetico. Namex ha già attivato da qualche mese Hadrianus, il quinto PoP della sua rete metropolitana romana. Open Fiber ha annunciato che lo stabilimento farà parte della propria rete di data center edge che verrà costruita a partire dai prossimi mesi e, inoltre, gli operatori potranno richiedere in sede i kit di consegna Open Stream. MIX ha annunciato che presto aprirà anche lei un PoP del proprio IXP. (Inno3, Key4Biz)
■ Vodafone UK e Three UK hanno proposto all’Antitrust britannico delle soluzioni per garantire un impatto contenuto sulla concorrenza e, quindi, far approvare la fusione. Gli operatori hanno proposto un piano di investimenti da 11 miliardi di sterline, eventualmente vincolante coinvolgendo OFCOM (AGCOM britannica) e la condivisione della rete con l’operatore O2 con la successiva vendita di parte dello spettro in caso di approvazione. Per il mercato retail gli operatori promettono tariffe da meno di 10£ con i propri operatori low cost e offerte wholesale competitive per gli MVNO. (Vodafone - Three)
|
|
■ Il Governo intende chiedere dei fondi alla Commissione Europea per sovvenzionare la realizzazione delle reti 5G Standalone in Italia. Al momento la tecnologia non è adottata da nessuno dei quattro MNO, che usano lo standard NSA legato alla rete 4G per il suo funzionamento. (MEF - Pagina 170, paragrafo 3)
■ AGCOM ha avviato una consultazione pubblica con l’obiettivo di identificare e analizzare i mercati della terminazione delle chiamate vocali su rete mobile. L’autorità propone di deregolamentare il settore, revocando gli obblighi vigenti per Digi, Fastweb, Iliad, Lycamobile, PostePay, TIM, Vectone, Vodafone, Vianova e WindTre. (AGCOM)
■ Gli utenti NT Mobile continuano a non poter inviare SMS, da ormai quasi un mese. Le fonti sembrano confermare che non si tratti di un problema tecnico, ma di un distacco progressivo per controversie irrisolte con i fornitori, ovvero Plintron che a sua volta abilita l’operatore su rete Vodafone. Vedremo se questi problemi verranno risolti oppure se si ripeteranno le vicende di Rabona, che ha progressivamente subito anche il distacco delle chiamate e dei dati mobili. (MondoMobileWeb)
■ Vodafone ha rimandato di due mesi la chiusura del servizio che permette di utilizzare il proprio numero fisso da una normale SIM con offerta mobile attiva, sia per chiamare che per ricevere, a fianco del normale numero di cellulare. (MondoMobileWeb)
|
|
■ Nintendo ha fatto interrompere lo sviluppo principale di Ryujinx, un noto emulatore open source della console Switch proponendo ai suoi sviluppatori un accordo amichevole. La repository principale è stata eliminata, ma sicuramente altri utenti continueranno a svilupparlo dal codice sorgente e a renderlo disponibile alla comunità. (DDay)
|
|
Per questa settimana è tutto.
Per qualsiasi commento potete rispondere a questa email.
Alla prossima!
Andrea, con il contributo dello Staff di FibraClick
|
|
|
|