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27 ottobre 2024

Buongiorno a tutti!

La newsletter di oggi inizia con un riepilogo cronologico dei fatti salienti della settimana inerenti Piracy Shield. Segue la rubrica sulla banda ultralarga in Italia, con aggiornamenti sull’andamento del Piano Italia a 1 Giga, del Piano BUL e l’ultimo Osservatorio AGCOM. Non mancano notizie di rilievo nemmeno nelle sezioni successive, nelle quali sono raccolte per argomento altre notizie brevi.

P.S. scusate per la lunghezza 🙈

Buona lettura!
 

La settimana di Piracy Shield

Dopo il disastro della settimana scorsa, nel quale Piracy Shield ha bloccato per alcune ore un dominio e un IP associati a vari servizi Google tra cui il servizio di archiviazione in cloud Drive, in settimana vari esponenti hanno espresso le proprie opinioni, talvolta rivelando retroscena inaspettati.

Mercoledì mattina Assoprovider - che ricordiamo essere stata ingiustamente multata da AGCOM per aver osato provare a reperire delle informazioni dall’Autorità - ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per un possibile danno erariale e per accertare la congruità della gestione delle risorse economiche relative a Piracy Shield. Anche Giovanni Zorzoni e Giuliano Peritore di AIIP, hanno commentato la vicenda che avevano già previsto ai tempi del lancio della piattaforma, criticando l’eccesso sproporzionato di potere affidato in mano a segnalatori privati non supervisionati, con potenziali conseguenze catastrofiche.

Nella stessa giornata la Lega Serie A ha diffidato Google per sollecitare la rimozione dei contenuti illegali dai risultati di ricerca e delle app IPTV dal Play Store. La Lega lamenta una eccessiva lentezza, o talvolta l’inadempienza, nell’applicazione delle richieste. Il Commissario AGCOM Capitanio ha partorito, invece, una perla di distopia: vorrebbe che le app cancellate dallo Store si cancellassero in automatico anche dagli smartphone degli utenti che le avevano installate.

Mercoledì sera AGCOM ha diramato un comunicato stampa nel quale diffida DAZN «ad assicurare la massima diligenza e il massimo rigore nella presentazione delle istanze di blocco e nella raccolta delle relative prove» e si è riservata di adottare tutti i provvedimenti di competenza in caso di inottemperanza. Ciò indica, in poche parole, che il blocco di Google Drive è stato causato da un ticket originato da DAZN o da un suo affiliato.

Oltre alla diffida rivolta a DAZN, AGCOM ha sollecitato l’accredito a Piracy Shield per tutti i soggetti obbligati dalla nuova norma contenuta nel Decreto Omnibus, quella che estende l’obbligo anche alle VPN, i motori di ricerca, i DNS «pubblicamente disponibili, ovunque residenti e ovunque localizzati». Ridicolo, no? Ma, del resto, non è colpa di AGCOM se il parlamento approva delle leggi del genere, che lei è costretta a far rispettare. La Commissaria Giomi, che si distingue spesso per uno spiccato spirito critico e per un pensiero autonomo e non omologato, si è astenuta dalla votazione.

Elisa Giomi, nella stessa riunione nella quale sono stati presi i precedenti provvedimenti, ha richiesto una sospensione cautelare di Piracy Shield, respinta dagli altri consiglieri e dal Presidente Lasorella. Il commissario Giacomelli, che è favorevole a una sospensione e a una riforma di Piracy Shield, non ha partecipato alle votazioni. In particolare, Giacomelli vorrebbe introdurre un processo di revisione delle segnalazioni e rivela che la piattaforma avrebbe raggiunto un costo di gestione maggiore di quanto preventivato, ragione per la quale vorrebbe un confronto con la Lega Serie A. (Repubblica+, DDay)

Giovedì mattina, sul suo profilo LinkedIn, la Commissaria Giomi ha approfondito le ragioni della propria posizione. Ha affermato di essere sempre stata contraria all’iniziativa e di aver ricevuto «reazioni spesso virulente» dai suoi colleghi. Ha criticato il rapporto tra AGCOM e la Lega Serie A, soggetto che ha donato la piattaforma e che la utilizza essendo parte in causa, la fretta nell’adozione del servizio, la scarsa trasparenza delle consulenze esterne, l’opposizione a valutare altre soluzioni, la sussistenza persistente di problemi e i tentativi vani di rimediarvi e la fuga di indiscrezioni. Ma chi è che controlla AGCOM e si assicura del suo corretto operato? Come è possibile che si possa andare avanti così?

Qualcuno, anonimo ma non troppo, ha avuto la brillante idea di pubblicare su GitHub - ma non ci sono prove dell’effettiva correttezza di tutti i dati - un presunto dump di tutti gli IP bloccati da Piracy Shield.

La ciliegina sulla torta, infine, è stata la scoperta da parte di alcuni utenti che alcune stop page - le pagine dove vieni dirottato se provi a navigare su un sito bloccato da Piracy Shield - sono state colpite dalla stessa piattaforma per la quale sono state messe in opera. La pagina del blocco di TIM, il cui IP è stato bloccato il 19 agosto, risulta sbloccata. La pagina riservata agli utenti Tiscali, invece, risulta bannata dal 31 agosto e bloccata tuttora. Lasciando stare il fatto che gli operatori avrebbero dovuto metterle in whitelist, questo blocco dimostra la totale incompetenza di alcuni segnalatori. Qualche genio di segnalatore deve aver controllato l’IP di destinazione finale di un dominio già segnalato, effettuando una query DNS a un server dei suddetti gestori, e ne ha ordinato il blocco senza effettuare alcun controllo.

Chapeau!
 

La banda ultralarga in Italia 🌍

■ Il Sole 24 Ore ha analizzato i dati del portale Connetti Italia riguardo il Piano Italia a 1 Giga e ha verificato che, nonostante attualmente Open Fiber abbia coperto un numero di civici maggiore di FiberCop (524.595 contro 517.167) l’azienda sia di fatto più indietro della concorrente perché deve complessivamente coprire un numero assai maggiore di abitazioni. Open Fiber ha un obiettivo di quasi 900.000 civici superiore a FiberCop: le mancano oltre 1,6 milioni dei 2,2 previsti, mentre la società controllata da KKR ne deve coprire ancora poco più di 800.000 sugli 1,3 milioni previsti. Il quotidiano riporta che circa 430.000 civici sono situati in aree remote, dei quali 300.000 in lotti Open Fiber. Sembra che il Governo sia intenzionato a chiedere una proroga della scadenza al 2028 alla Commissione Europea, oltre all’ormai nota questione Starlink verso la quale si nutrono forti perplessità. (Il Sole 24 Ore del 20 ottobre, pagina 4)

■ Sembra che il pagamento degli extra costi del Piano BUL stia per essere sbloccato: nella bozza della legge di bilancio è presente una norma che sancisce l’erogazione a Open Fiber di 220 milioni di euro l’anno, dal 2027 al 2029, per un totale di 660 milioni di euro. Come indicato in numeri precedenti, il compenso accessorio si riferisce principalmente all’aumento dei costi dei materiali, schizzati dopo il COVID e lo scoppio delle ultime guerre, e a un ampliamento della rete di 20.000 km in più rispetto alla previsione iniziale. Il totale dovuto è pari a 800 milioni, ma i 140 di differenza saranno convertiti - si vocifera - in un prolungamento di 7 anni di tutte e tre le convenzioni: fino al 2044 per i primi due bandi e fino al 2046 per il terzo di Puglia, Calabria e Sardegna, oltre al diritto di subentro alla scadenza. (Il Sole 24 Ore del 24 ottobre, pagina 39)

AGCOM ha pubblicato l’Osservatorio sulle comunicazioni n°3 del 2024, relativo al secondo trimestre. Le novità principali sono il tanto atteso superamento delle ADSL da parte delle FWA, decretando l’ultimo posto, si spera definitivo, per le connessioni interamente in rame, e il superamento della soglia del 25% per le linee FTTH. Se prendiamo in considerazione solo le linee dati, escludendo quelle che consistono solo di telefonia fissa, la percentuale di FTTH sale al 27,38% ed aveva superato il 25% già il trimestre precedente. Come da tradizione, abbiamo immediatamente integrato i dati di AGCOM nel nostro Sondaggio sulle connessioni, il cui report sul secondo trimestre era già disponibile da circa un mese, nel quale è possibile confrontare le due fonti. (AGCOM, Forum FibraClick)

Infratel ha pubblicato la relazione di avanzamento del Piano BUL nelle aree bianche al 30 settembre 2024. Il dato relativo alle utenze attivate sulla rete BUL risulta identico a quello del 31 agosto: si tratta chiaramente di un errore. (BUL)

FiberCop ha raggiunto 9 nuovi comuni con almeno un nodo di rete della sua infrastruttura FTTH. Nel conteggio possono essere inclusi sia comuni a investimento privato che quelli coperti dal Piano Italia a 1 Giga. (Forum FibraClick)
 

In breve ✅

■ Il Sondaggio sulle connessioni di FibraClick relativo al terzo trimestre 2024 è in chiusura! Se non hai ancora partecipato, rimedia subito cliccando sul seguente link e segui le istruzioni, che ti guideranno sia all’inizio che durante la compilazione. (🗳️ Forum FibraClick)

■ Il Governo sta studiando l’introduzione, per il 2025, di nuove norme per il contrasto del telemarketing selvaggio. Tra le proposte in discussione ci sarebbe il considerare le chiamate indesiderate come pratiche commerciali scorrette, perseguibili dall’Antitrust, e l’aumento dell’importo delle sanzioni fino alle centinaia di milioni di euro. Da un punto di vista tecnico, è allo studio la possibilità di introdurre un sistema di certificazione dell’ID chiamante per bloccare definitivamente lo spoofing dei numeri di telefono, valutando la soluzione STIR/SHAKEN adottata in USA. L’opposizione e le associazioni di consumatori chiedono l’abolizione dei contratti telefonici e l’introduzione di un registro opt-in per la ricezione delle chiamate, al posto dell’attuale registro delle opposizioni opt-out. (Il Messaggero+)

■ Il Sole 24 Ore riporta in anteprima che AGCOM avrebbe approvato la sospensione del vincolo di replicabilità delle offerte che era in capo a TIM. La consultazione pubblica era stata avviata a settembre con la delibera 352/24/CONS e al momento non è disponibile alcun aggiornamento ufficiale sul portale dell’Autorità. (Il Sole 24 Ore del 24 ottobre, pagina 39)

■ Il I Municipio di Roma (centro storico) ha scritto a TIM, Fastweb e WindTre per rimuovere i PTE della fibra ottica dalle facciate degli edifici tutelati da un vincolo monumentale. L’ignoranza della cittadinanza, delle amministrazioni e delle testate è palese anche solo dall’informazione appena riportata: gli apparati ottici non sono di competenza degli operatori, ma dei gestori dell’infrastruttura, che a Roma Centro sarebbero FiberCop, Unidata e Open Fiber. Inoltre, per decine di anni nessuno si è mai lamentato delle chiostrine del rame, dei lampioni e dei cavi elettrici, mentre ora per qualche motivo la fibra sembra dar fastidio, nonostante usi cavi più sottili. Ben vengano le terminazioni di rete interrate, ma per raggiungere il progresso è fondamentale che gli organi di tutela si rassegnino ad accettare dei compromessi e a non pensare di poter fossilizzare in eterno una città viva. Gli operatori (chi?) hanno, in ogni caso, adempiuto alla richiesta. (Repubblica Roma+)

■ La tassa rivolta alle “big tech” che guadagnano dalla distribuzione di contenuti che generano molto traffico di rete, il cosiddetto fair share a vantaggio degli operatori, che era stato proposto in alcuni emendamenti la scorsa settimana, non ha passato il vaglio della Commissione che stava esaminando il DDL Concorrenza. L’iniziativa, sostenuta dal MIMIT, è stata anche messa in discussione dal Dipartimento per la trasformazione digitale (l’organo di cui fa parte anche il Sottosegretario Butti) che invita ad attendere una presa di posizione in merito da parte dell’Unione Europea, per adottare una norma condivisa. Le fonti indicano che anche lo stesso Ministro Urso, a capo del MIMIT, ci abbia ripensato. (Repubblica+)

MIX ha attivato il suo POP presso il data center IT4 di Aruba, nel Tecnopolo Tiburtino, a Roma. Per gli operatori che non sono connessi a Milano l’IXP permette la connessione remota alla LAN di peering della rete milanese. (Aruba)

■ La Commissione Europea ha aperto le candidature per la presentazione di proposte di progetti da finanziare nell’ambito della sezione digitale del programma Connecting Europe Facility. Sono messi a disposizione 128 milioni di euro per le dorsali in fibra ottica, 105 milioni per lo sviluppo del 5G e 90 milioni per le Quantum Communication Infrastructures. (CorCom)

■ L’indiscrezione su un’indagine che avrebbe coinvolto dei dirigenti TIM si è rivelata fondata con l’annuncio dell’arresto e di perquisizioni per un responsabile della funzione Digital Services Solutions di TIM Information Technology. L’azienda si è dichiarata parte lesa. (MondoMobileWeb)

■ La prima fase dell’OPA di FNAC per l’acquisto di Unieuro si è conclusa, con il gruppo francese che è passato dal detenere una quota del 4,4% a una maggioranza del 71,5%. I fondatori e metà del CdA sono contrari alla perdita di italianità dell’azienda. Non è chiaro se iliad, che ne detiene il 12%, abbia accettato l’offerta o sia parte del 28,5% della resistenza. Tra una settimana verrà avviata la seconda fase e, se verrà raggiunta una percentuale sufficiente, si procederà infine al delisting dalla Borsa di Milano. (Il Post)
 

Mobile 📱

■ I clienti di NTmobile che hanno tentato di effettuare portabilità verso PosteMobile non hanno potuto concludere l’MNP perchè Poste, per confermare la titolarità del numero, chiede ai clienti di rispondere a un SMS anzichè di trascrivere un OTP nella procedura di sottoscrizione. Ciò impedisce la portabilità sia ai clienti di operatori con blocco SMS in uscita che ai clienti con piani a consumo e/o credito insufficiente. Sembra che sia disponibile una procedura alternativa, ma solo in ufficio postale, presentando dei moduli. (MondoMobileWeb)

■ Negli Stati Uniti l’operatore T-Mobile ha rinunciato a parte del proprio spettro mmWave ritenendo di non poterlo implementare in modo efficace per offrire servizi adeguati ai clienti. Le frequenze mmWave sono più adatte a un uso FWA in quanto sono facilmente attenuate da qualsiasi ostacolo. (TLCWorld)

■ Il 23 ottobre sono cominciati ulteriori test relativi a rischi specifici di IT-alert, il sistema nazionale di allarme pubblico. Fino al 20 novembre verranno testati disastri localizzati in alcuni comuni di Toscana, Lombardia e Provincia di Bolzano. Calendario e località specifiche nell’articolo originale. (IT-alert)

AGCOM ha approvato gli impegni presentati da iliad per non imporre di default la selezione di un metodo di ricarica automatica durante la sottoscrizione delle proprie SIM presso i totem. La correzione è avvenuta a marzo 2024. (AGCOM)
 

Digitale 👩‍💻

■ Dal 23 ottobre, per i primi 50.000 utenti selezionati, sono disponibili la patente, la tessera sanitaria e l’eventuale carta europea della disabilità nella sezione documenti dell’app IO. La disponibilità sarà aperta a tutti a partire dal 4 dicembre, con scaglioni progressivi anche il 6 novembre e il 30 novembre. (DTD)

Disney ha rimosso per gli utenti iOS la possibilità di registrarsi al proprio servizio Disney+ (e Hulu, non disponibile in Italia) tramite l’app, invitando gli utenti ad abbonarsi tramite il sito. Apple trattiene una commissione tra il 15 e il 30% sugli acquisti e gli abbonamenti riscossi tramite il suo sistema di pagamento in-app. (DDay)

■ Il Governo intende estendere, dal 2025, la cosiddetta Web Tax a tutte le imprese che guadagnano offrendo servizi digitali, precedentemente limitata alle aziende con fatturato mondiale annuo di almeno 750 milioni e ricavi da servizi digitali da almeno 5,5 milioni in Italia. La tassazione al 3% si andrebbe a sommare alle tasse e imposte ordinarie, pagate dalle imprese italiane, mentre le multinazionali a cui era inizialmente destinata la norma godono di una tassazione agevolata in altri paesi europei dove hanno sede come Irlanda o Lussemburgo, grazie alle norme comunitarie. L’estensione potrebbe colpire anche FibraClick e tante altre realtà che si sostengono grazie alla pubblicità online. (CorCom, Il Fatto Quotidiano+, WIRED)

LinkedIn, il social lavorativo di proprietà di Microsoft, è stato multato per 310 milioni dal garante privacy irlandese per aver violato il GDPR. In particolare, il social avrebbe raccolto consensi per l’uso dei dati degli utenti per praticare tracciamento e pubblicità mirata in modo non libero, e privo di chiarezza, specificità e univocità. Oltre alla multa si aggiunge l’obbligo di adeguamento. (CorCom)
 

Rimodulazioni 📈

WindTre ha annunciato la rimodulazione di altri clienti di rete fissa. A partire dal 1° gennaio il canone di alcuni utenti aumenterà di un importo tra i 2 e i 3 euro mensili. La comunicazione è presente, come d’obbligo, in bolletta. I clienti che non accettano possono recedere o migrare senza penali dandone comunicazione. (MondoMobileWeb)
 

Segnalazioni 📚

Piracy Shield faceva già acqua da tutte le parti (Il Post)

Con Piracy Shield chi troppo vuole nulla stringe, anche su Internet (Macitynet)

Miracolo Italtel: comprata per 70 mln e rivenduta per 120 dopo soli 41 giorni (Il Fatto Quotidiano+)

Al prossimo numero

Per questa settimana è tutto.
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Alla prossima!

Andrea, con il contributo dello Staff di FibraClick
 
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