Buongiorno a tutti!
Oggi è una festa nazionale, ma noi usciamo lo stesso con una newsletter ricca di notizie. La principale della settimana è la possibile introduzione di una controversa tassa sulle linee che utilizzano il doppino nella rete di accesso. Seguono tutte le consuete rubriche, inclusa quella dedicata all’espansione della banda ultralarga in Italia.
Buona lettura!
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Lo Stato vuole punire chi non è coperto dalla FTTH?
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Il governo ha avuto un’idea controversa per favorire il take-up della fibra ottica e la dismissione delle reti in rame: introdurre un aumento del 10% su tutti i contratti ADSL, FTTC, e qualsiasi altra tecnologia che utilizzi il doppino per essere erogata.
Un emendamento alla legge di bilancio presentato tre settimane fa prevede tutto ciò. L’intento è nobile, ma l’esecuzione è sommaria e rischia di creare più problemi che benefici. Analizziamo i punti salienti della proposta:
La norma obbligherebbe gli operatori a provvedere all’upgrade dei propri clienti a tecnologie idonee (NdR FTTH) ma ammette che un 10% di linee, realisticamente difficili da servire in fibra, possano essere attivate su reti che offrano almeno 200 Mbps senza rame, vale a dire FWA.
AGCOM verrebbe incaricata di mappare di nuovo tutta la nazione per identificare le aree già pronte alla dismissione e di redigere il processo di migrazione effettuando anche dei test pilota con gli operatori. Non appena un’area raggiunga il 90% di copertura FTTH e la restante parte sia servita da reti non-rame da almeno 200 Mbps, gli operatori dovrebbero abbandonare il rame nell’arco di 60 giorni.
L’Autorità dovrebbe, poi, pubblicare un elenco di tutti gli indirizzi nei quali siano attive utenze su doppino, sulla base di dati comunicati obbligatoriamente dagli operatori. Questo elenco servirebbe anche a stabilire il cronoprogramma di dismissione delle varie aree, che concederebbe tanto più tempo quanti siano gli utenti senza fibra: al massimo due anni, e solo per le aree con adozione FTTH inferiore al 50%. Durante le procedure di dismissione sarebbe vietato vendere nuove linee su doppino nelle aree interessate. Sei mesi dopo la scadenza, le linee rimaste attive e non migrate a reti più prestanti sarebbero cessate unilateralmente e le reti dismesse.
Per finanziare lo switch-off della rete, con strumenti ancora non definiti, sarebbe prevista l’istituzione di un fondo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, alimentato da una tassa al 10% che verrebbe applicata a tutti i contratti erogati in rame, anche parzialmente, a partire dal 1° gennaio 2025. L’emendamento non è chiarissimo sul metodo, ma potrebbe essere interpretata come una voce in bolletta simile all’applicazione dell’IVA, e non un aumento a livello wholesale.
Concluso il riassunto dell’emendamento, non possono mancare i commenti. Innanzitutto, la norma non tiene conto degli utenti che non hanno la possibilità materiale di essere allacciati alla fibra, per assenza di copertura. Come si possono trattare allo stesso modo gli utenti che rifiutano la fibra e quelli che la bramano ma non possono averla? Inoltre, quale sarebbe il senso di togliere la FTTC nelle aree ancora non coperte da FTTH e costringere gli utenti a passare a una FWA che non è sempre all’altezza del servizio cablato? Che sia lo Stato, piuttosto, a garantire che siano tutti coperti. L’unico obiettivo che può raggiungere questa norma è un leggero aumento del take-up, con il rischio che molti utenti al posto di tirare il monofibra in casa (fortunati) o passare al wireless (sfortunati) decidano di fare a meno della rete fissa.
Non dimentichiamo, inoltre, che lo switch-off della rete in rame è già parzialmente in corso, anche se è limitato alla rete primaria, consentendo l’uso della FTTC come misura transitoria a tempo più o meno indeterminato, e ha un orizzonte temporale piuttosto lungo.
Una soluzione alla scarsa adozione va trovata ed è improbabile che questo emendamento passi così com’è; tuttavia, si possono sicuramente raggiungere dei compromessi, coinvolgendo i soggetti coinvolti, per promulgare una norma che non lasci indietro chi si ritroverebbe in una posizione di svantaggio per cause indipendenti dalla propria volontà.
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La banda ultralarga in Italia 🌍
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■ Poco più di una settimana fa il traffico che ha attraversato la LAN di peering di Namex, l’IXP di Roma secondo in Italia per dimensioni, ha raggiunto un nuovo record pari a 911 Gbps: quasi 100 Gbps in più rispetto al record precedente, segnato appena due giorni prima. Anche TOP-IX e VSIX hanno recentemente raggiunto il proprio picco massimo annuale. (LinkedIn, IXP Statistics)
■ Il Piano Isole Minori di Infratel Italia è quasi concluso: la posa dei cavi in fibra ottica che raggiungono 21 isole minori è stata completata, sia nelle tratte sottomarine che nelle porzioni terrestri. La rete pubblica sarà disponibile per gli operatori entro fine anno e sarà utilizzata per collegamenti ad alta capacità tra le isole e la terraferma. Il Governo ha recentemente annunciato di voler coprire altre sette isole e ha indetto una consultazione, conclusa meno di un mese fa. (Infratel, Forum FibraClick)
■ Open Fiber ha avviato la commercializzazione dei servizi FTTH in 28 nuovi comuni del Piano Italia a 1 Giga finanziato dai fondi PNRR. A differenza delle aree bianche, la copertura all’interno di ogni comune viene ampliata gradualmente, come nelle città a investimento privato. (Forum FibraClick)
■ FiberCop ha raggiunto 28 nuovi comuni con almeno un nodo di rete della sua infrastruttura FTTH. Nel conteggio possono essere inclusi sia comuni a investimento privato che quelli coperti dal Piano Italia a 1 Giga. (Forum FibraClick)
■ Il Piano Scuole Connesse - Fase I al 30 novembre 2024 ha raggiunto 24.613 scuole su 27.531, pari all’89.4% del piano, sommando sia gli interventi Infratel che quelli delle società regionali. Il piano è in ritardo di quasi un anno, principalmente a causa dei lotti a carico delle società regionali. (Infratel)
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■ CDP e Macquarie hanno concordato un aumento di capitale per finanziare Open Fiber con circa 900 milioni di euro. Il fondo australiano ha rinnovato il pieno supporto all’azienda e il tutto dovrebbe essere concluso entro pochi giorni. Questo passaggio era fondamentale per ottenere il finanziamento da 1,1 miliardi da parte delle banche. (Huffpost)
■ DIGI e il Comune di Milano hanno trovato un accordo per consentire all’operatore rumeno di installare una propria rete di telecomunicazioni nel territorio cittadino. Non sono noti i dettagli, ma è probabile che il gestore voglia ripetere quanto compiuto a Torino, città nella quale sta posando una rete PON (anche XGS) proprietaria e offre tariffe a prezzi esageratamente bassi. (AGCOM)
■ OpNet è diventata la società Wholesale di WindTre. Mesi fa la compagnia aveva acquisito alcuni rami di azienda della ex-Linkem, assorbendone anche le licenze e l’infrastruttura. La società che ne resta - rinominata Shellnet e controllata dal fondo americano Jefferies Group - privata della rete, rimane attiva come azionista di maggioranza di Tessellis (Tiscali), da lei rilevata nel 2022. (CorCom)
■ Meta sta progettando un cavo sottomarino da 40.000 km, di cui sarà unica proprietaria, che circumnavigherà il pianeta collegando la costa Est degli Stati Uniti con la costa Ovest, attraversando gli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico e collegandosi alla terraferma in decine di paesi di Nord America, Sud America, Africa, Asia e Oceania. Il costo stimato è di 10 miliardi di dollari, ma l’idea è giustificata dal fatto che Meta generi, secondo alcune stime, il 10% del traffico internet mondiale. Il completamento è previsto non prima del 2035. (DDay)
■ L’antitrust britannico ha approvato la fusione tra Vodafone UK e Three UK, dopo 18 mesi di analisi e attesa. Le aziende si sono impegnate a investire 11 miliardi di euro in infrastrutture 5G per coprire il 99% dei cittadini. La fusione sarà conclusa nel primo trimestre 2025 e Vodafone possiederà il 51% della società, con la possibilità di arrivare al 100% acquistando le quote di Hutchison dopo tre anni e in presenza di alcuni requisiti. (Vodafone and Three UK)
■ Il fondo Infravia ha sottoscritto un accordo con il Gruppo Iliad per acquisire il 50% di Opcore, la società del gruppo che si occupa della gestione di data center, con l’obiettivo di rendere Opcore «la principale piattaforma indipendente in Europa». Mesi fa era stato già annunciato un piano di investimenti da 2,5 miliardi. L’operazione potrebbe permettere un incasso di oltre 400 milioni di euro. (Il Sole 24 Ore)
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■ Da pochi giorni 1Mobile permette di acquistare le eSIM anche online, anche per i già clienti. Nelle scorse settimane era diventato possibile l’acquisto esclusivamente in negozio. Scegliendo la eSIM viene addebitato il costo di emissione di 99 centesimi, ma non viene fatturato il costo di spedizione di 5 euro previsto per le SIM fisiche. Complessivamente, si risparmiano 4,01 euro. I già clienti possono chiedere una eSIM sostitutiva al costo di 4,99 euro. (MondoMobileWeb)
■ WindTre consente finalmente l’identificazione tramite SPID e CIE per le SIM acquistate online e spedite a domicilio. Paradossale che questa possibilità sia arrivata prima sul loro brand low cost Very. (MondoMobileWeb)
■ Vodafone ha definitivamente cessato i servizi di terminazione fissa verso i numeri di cellulare dei clienti privati, che consentivano di utilizzare in mobilità il proprio numero fisso. La cessazione era prevista nei mesi scorsi, ma era stata rimandata. Continueranno a funzionare i servizi di telefonia fissa basati sulla rete cellulare, rivenduti anche da Poste, nei quali sulla SIM non è presente alcun numero di cellulare. (MondoMobileWeb)
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■ Da mercoledì 4 dicembre i documenti digitali sulla App IO sono disponibili per tutti. Il sistema non ha retto totalmente la grande affluenza, ma gradualmente tutti sono riusciti ad ottenere i documenti o a inviare la richiesta nei casi in cui non fossero disponibili automaticamente, come nel caso della patente. Si possono digitalizzare anche la tessera sanitaria e la carta europea della disabilità. (DTD, DDay)
■ Spotify ha ristretto l’accesso alle proprie API per contrastare l’abuso da parte dei modelli di intelligenza artificiale e la pirateria. Peccato che, con questa mossa, siano stati interrotti o limitati anche molti servizi legittimi che si integravano con Spotify. (DDay)
■ La Lega Serie B ha lanciato LaB Channel, il proprio canale di streaming indipendente, trasmesso tramite Prime Video. Il costo a regime è di 9,99 euro al mese oltre all'abbonamento Prime, con una promo lancio di tre mesi a metà prezzo. Questa alternativa si affianca a DAZN, che era finora l’unico modo per vedere la serie B legalmente in Italia. La concorrente ne consente la visione già nel pacchetto Goal Pass che, al momento, ha un costo di 89 euro per un intero anno in promozione. (MondoMobileWeb)
■ Google ha esteso di due anni il supporto per i telefoni della gamma Pixel 6 e 7. Il supporto per le nuove versioni di Android sarebbe terminato pochi mesi fa per il più vecchio dei telefoni, ma ora il Pixel 6 riceverà sicuramente Android 16 e forse anche la build iniziale di Android 17, sempre che Google non abbandoni le release annuali e i QPR in favore di aggiornamenti ancora più piccoli e più frequenti. (9to5Google)
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■ Nella mattinata di martedì alcuni clienti iliad, sia di rete mobile che di rete fissa, sono stati colpiti da un disservizio che ha coinvolto sia le telefonate che la navigazione. Il servizio è tornato regolare entro poche ore. (MondoMobileWeb)
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■ Eolo ha comunicato ad alcuni clienti una modifica unilaterale del contratto, che prevede un aumento del canone di 2,99 euro al mese a partire dalla fattura di febbraio 2025. I clienti possono cessare la linea o cambiare gestore gratuitamente. Da quanto riportato nell’articolo, pare che lo stesso aumento sarà comunicato ad altri clienti di mese in mese. (MondoMobileWeb)
■ Vodafone ha terminato la partnership con Netflix e dal 1° maggio 2025 il servizio di streaming non sarà più incluso nelle offerte in cui era abbinato. I clienti pagheranno un canone pari alla differenza tra l’importo attuale e il costo del pacchetto Netflix. Gli abbonamenti Netflix continueranno ad essere addebitati automaticamente sul metodo di pagamento eventualmente registrato nel profilo del servizio e, in sua assenza, saranno sospesi. (MondoMobileWeb)
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Ci vediamo la prossima settimana!
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Martedì e mercoledì una delegazione di FibraClick sarà presente al Salotto MIX, che si terrà a Milano. Parteciperemo anche all’evento Telco per l’Italia il 12 dicembre, a Roma. Non esitate a fermarci per parlare con noi!
Per questa settimana è tutto.
Per qualsiasi commento potete rispondere a questa email.
Alla prossima!
Andrea, con il contributo dello Staff di FibraClick
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